Ramadan: I mezzi per raggiungere la giustizia (Taqwa).

Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 24 Aprile 2020.

Il 24 Aprile 2020, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea Mubarak, Islamabad, Tilford, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz, e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha recitato i versi 184-186 dal capitolo 2 del Sacro Corano, la cui traduzione è quanto segue:

“O gente di fede! Il digiuno vi è prescritto come è stato prescritto a quelli che vennero prima di voi, sì che possiate diventare i timorati. Il digiuno prescritto è per un numero di giorni ben stabilito, ma chi fra voi fosse ammalato o in viaggio digiunerà per un egual numero di altri giorni; e per coloro che possono digiunare soltanto a costo di gravi difficoltà, potranno espirare nutrendo un povero. E chiunque faccia un’opera buona con obbedienza spontanea, tanto meglio per lui. E digiunare vi fa bene, se solo lo sapeste. Ramadan è il mese in cui il Qur’an venne rivelato come guida per l’umanità, con prove chiare di guida ed il Discernimento. Perciò chiunque di voi si trovi a casa in questo mese, vi osservi il digiuno. Ma chi è temporaneamente ammalato o in viaggio, digiunerà per un egual numero di altri giorni. Allah desidera facilitarvi ed Egli non desidera privazioni per voi, ma solo che completiate tale numero di giorni e che esaltiate Allah per avervi guidato, e che Gliene siate grati.” [2:184-186]

Sua Santità (aba) ha annunciato che con la Grazia di Allah, Ramadan incomincerà domani nel Regno Unito. Questo mese è stato stabilito per il nostro progresso spirituale. Dio Onnipotente dice che il digiuno vi è stato prescritto affinché possiate ottenere la Taqwa [giustizia timorata di Dio]. Cos’è la giustizia timorata di Dio? Il Messia Promesso (as) afferma che è il riconoscimento e l’adempimento dei propri diritti verso Dio, e dei propri diritti verso l’umanità.

Sua Santità (aba) ha detto che se uno provasse a fare una lista dei diritti che si hanno nei confronti di Dio e dell’umanità, tale lista sarebbe infinita. Se si prova a fare un’analisi di sé stessi, verrà noto nella nostra vera essenza, che non è possibile per un individuo ottemperare appieno ai doveri di culto verso Dio, né uno è in grado di ringraziarlo a sufficienza. Lo stesso si avvale per i doveri di una persona nei confronti del genere umano, che comprendono i doveri nei confronti dei genitori, dei vicini e della società in generale.

Sua Santità (aba) ha esplicitato che la vera giustizia consiste nell’osservanza del giuramento fatto a Dio Onnipotente nei minimi dettagli e nel conformarsi alla fiducia che Egli ha riposto nell’umanità, come anche nel servizio al genere umano. Solo allora si potrà dire di aver pervenuto la vera giustizia timorata di Dio. Quindi, Dio Onnipotente afferma che il mese del digiuno è stato prescritto affinché, astenendoci anche da ciò che è permissibile in normali circostanze, possiamo incrementare le nostre preghiere e prestare maggiore attenzione nell’adempiere ai diritti nei confronti dell’umanità. Solo a tal punto un individuo è in grado di raggiungere la vera giustizia, e questo è il vero scopo di Ramadan. Osservare Ramadan in questo modo assicura che i cambiamenti raggiunti in questo mese non siano temporanei, ma che bensì siano di una durata permanente. Le attrazioni di questo mondo non prevarranno su questo tipo di persone, anzi, la loro attenzione sarà sempre diretta verso Dio, tantomeno i diritti degli altri verranno usurpati in questo modo. Se si entra invece nel mese di Ramadan con le intenzioni sbagliate, allora Ramadan non sarà di alcun beneficio.

Sua Santità (aba) ha menzionato poi un detto del Santo Profeta (sa) in cui dice che colui che digiuna per l’amore di Allah, Allah stabilisce una distanza di 70 stagioni tra lui e il Fuoco. Pertanto, il digiuno non stabilisce solamente la giustizia per un mese, ma la stabilisce per 70 anni. Ciò vuole significare che comprendendo la vera essenza di Ramadan, un vero cambiamento può essere adottato per un’intera vita.

Sua Santità (aba) ha detto di immaginare come sarebbe bella la società se le persone digiunassero con tale spirito; una società in cui i diritti di Dio e dell’umanità vengano rispettati appieno. L’Islam dice di non perseguire meramente i propri benefici e i propri diritti ma di considerare anche quelli degli altri.

Sua Santità (aba) ha fatto notare che mentre la pandemia corrente sta confinando le persone in casa per effetto della legge, un esemplare servizio all’umanità è stato presentato dalla Comunità Musulmana Ahmadiyya per tutto il mondo sotto l’organizzazione ausiliare di Khuddam ul-Ahmadiyya [i giovani della comunità]; che stanno aiutando fornendo sostegno a coloro che ne necessitano. Questo spirito di solidarietà non dovrebbe limitarsi solo in tempi d’emergenza ma dovrebbe esser adottato in ogni momento.

Sua Santità (aba) ha poi riferito che molti gli hanno scritto, menzionando che durante questi giorni un cambiamento è avvenuto nelle loro case, offrendo preghiere congregazionali, dando dars [lezioni], ascoltando il Sermone del venerdì in famiglia e diversi programmi sul canale MTA. Dovremmo sfruttare al massimo quest’opportunità che Dio ci ha dato. L’atmosfera creatasi nelle nostre case dovrebbe aumentare, in contrasto allo stato di alcune famiglie mondane dove argomentazioni e discontenti sono invece aumentati.

Sua Santità (aba) ha poi presentato diverse citazioni del Messia Promesso (as), sull’argomento del Taqwa. Il Messia Promesso (as) ha spiegato che la vera giustizia è l’astenersi da ogni male, infatti neanche l’avvicinarsi ad esso. Non solo bisognerebbe sforzarsi di ingaggiare in questa causa, ma questi sforzi andrebbero anche accompagnati dalle preghiere. Meri sforzi e mere preghiere non sono sufficienti, entrambe andrebbero congiunte. Questa è la stessa filosofia presentata nel primo capitolo del Sacro Corano, ‘Te soltanto noi adoriamo e soltanto da Te imploriamo aiuto.’ Perciò, utilizzando tutte le facoltà donate a noi da Dio, dovremmo impegnarci nel compiere ogni sforzo. Dopo aver fatto ciò, bisognerebbe pregare Dio, avendo fatto tutto il possibile e prestandosi a Lui per il Suo aiuto Divino.

In seguito, Sua Santità (aba) ha citato il seguente verso Coranico ‘E quanto a quelli che lottano nel Nostro cammino, per certo Noi li guideremo lungo le Nostre vie. E in verità, Allah è con coloro che fanno il bene.’ [29:70] che delinea chiaramente che uno debba impegnarsi e compiere sforzi per la via di Allah. Proseguendo, il seguente verso è stato presentato Pregate Me. Io esaudirò la vostra preghiera.’ [40:61] mostrando che uno dovrebbe anche adoperare l’uso della preghiera in concomitanza ai suoi sforzi. Questa è la via per ottenere la vera giustizia. La Taqwa abbellisce le azioni di una persona e gli permette di ottenere il piacere di Allah.

Sua Santità (aba) ha poi presentato un’altra istanza in cui il Messia Promesso (as) ha affermato che la Taqwa consta nel portare alla morte del proprio sé. Una persona è naturalmente attratta dagli apparenti desideri mondani, mentre i frutti spirituali sono ben nascosti. Prima bisognerebbe portare alla morte di questi desideri fisici, e solo allora i piaceri nascosti della spiritualità si renderanno manifesti. Quindi il Messia Promesso (as) ha esortato l’intera comunità ad estinguere il loro amore per i desideri mondani, e di lavorare per l’ottenimento della giustizia, come quando i bambini fanno pratica nella scrittura: prima scrivono in maniera sgrammaticata ma continuando a praticare eventualmente la loro scrittura diventa chiara e concisa. Nella stessa misura uno dovrebbe impegnarsi nel migliorare la propria giustizia. Quando Allah vede che lo sforzo viene compiuto in quest’ambito, Egli poi rende questi sforzi fruttuosi. A quel punto i desideri di una persona si placano, così come quando l’acqua viene gettata sul fuoco.

Sua Santità (aba) ha dichiarato che un altro punto da enfatizzare è l’approccio della comunità tra gli individui. I membri della comunità dovrebbero astenersi dal litigare su piccole dispute, che guidano soltanto all’esposizione delle debolezze e degli sbagli di una persona.

Sua Santità (aba) ha affermato che la radice di ogni bene è credere in Allah. Se il credo di una persona è debole, allora lo saranno anche le sue azioni. Quando una persona ha una fede salda in Allah, anche le sue azioni saranno pure e genuine. Un soggetto con una fede salda in Allah non può essere incline a fare del male. Quando si getta sotto la soglia di Dio con completa umiltà e mansuetudine, allora le sue preghiere saranno ascoltate e la vera giustizia sarà raggiunta. Questo è il livello di giustizia verso cui il Messia Promesso (as) ha designato la nostra attenzione e per cui dovremmo sforzarci di ottenere. Dovremmo pregare a Dio di raggiungere questo livello, e pregare per adempiere alle aspettative del Messia Promesso (as).

Sua Santità (aba) ha poi commentato sui versi Coranici che escludono un individuo dal digiuno in determinate circostanze, dicendo che la vera giustizia necessita anche di una completa obbedienza. Quindi, ove vi siano ragioni genuine bisognerebbe avvantaggiarsi di queste ingiunzioni, senza però cercare scuse per non digiunare. Questo è un argomento per cui ogni persona dovrebbe prendere la fatwa (decisione) per sé stesso. Il Messia Promesso (as) dice che per un soggetto felice e in attesa dell’arrivo di Ramadan, che non può digiunare per via di alcuni malori, le sue intenzioni verranno comunque accettate in paradiso. Ma ci sono anche coloro che creano scuse convincendo loro stessi che siano scuse sufficientemente valide per esimersi dal digiuno. È facile trovare delle giustificazioni. Ma Dio conosce quali sono le vere intenzioni di una persona, Egli è il Conoscitore dell’Invisibile. Dio conosce chi è sincero e chi trova futili scuse e perciò agisce in concordanza ad esse.

Successivamente, Sua Santità (aba) ha detto che in questi giorni alcune persone gli hanno domandato se il digiuno è tuttavia incombente in luce alle circostanze e all’aumento del rischio della malattia. Sua Santità (aba) ha espresso che ognuno dovrebbe analizzare la propria condizione e giudicare di conseguenza. Ha aggiunto di aver consultato vari dottori di diverse parti del mondo su questo argomento, e che la loro opinione è divisoria. Dicono che non ci sono specifiche evidenze che suggeriscano che il digiuno renda un individuo più incline verso la malattia, tuttavia se si dovessero presentare alcuni indicatori o sintomi della malattia, bisogna interrompere il digiuno immediatamente. Sua Santità (aba) ha consigliato di bere molta acqua alla chiusura e all’apertura del digiuno, e se possibile di mangiare cibi che contengono molta acqua.

In conclusione, Sua Santità (aba) ha esortato a pregare ad Allah affinché possa concederci l’abilità per il digiuno, e possa Allah permettere alle persone di riconoscere il proprio Creatore. Possa Allah eradicare questa pandemia rapidamente e avere misericordia del mondo intero. Possano gli Ahmadi osservare i diritti di Dio e dell’umanità e beneficiare delle benedizioni di Ramadan.

Sua Santità (aba) ha detto che durante queste tese e difficili circostanze, anche le probabilità di una guerra aumentano. I governi mondiali stanno cercando di divergere l’attenzione delle masse tramite diversi mezzi che causano solo maggior detrimento.

Infine, Sua Santità (aba) ha pregato affinché Allah possa donare saggezza ai governanti del mondo e affinché non compiano alcuna decisione che possa portare il mondo verso un’ulteriore distruzione. Possano attuare le loro politiche con saggezza, e possa Dio aiutare quegli scienziati in cerca di una cura per questa pandemia.

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il messaggio di Hazrat Khalifatul Masih V (aba). Ne considera i punti più salienti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il messaggio del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aba).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del messaggio del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.reviewofreligions.org/21647/friday-sermon-summary-24th-april-2020-ramadan-the-means-of-attaining-righteousness/