Il 5 dicembre 2016 il “dipartimento Antiterrorismo” della regione Punjab (Pakistan) ha portato a termine un’incursione illegale negli uffici del Tehreek-e-Jadid, durante la quale ha attaccato una guardia disicurezza che è stata trasportata d’urgenza all’ospedale. Gli ufficiali del dipartimento Anti-terrorismo hanno inoltre tormentato e assalito alcuni impiegati, membri della Comunità Ahmadiyya Muslim Jama’at. Uno dei Membri della Comunità ha domandato se coloro che stavano conducendo l’assalto erano muniti di un mandato senza ricevere una risposta. A seguito di questa violazione, gli ufficiali del dipartimento Anti-terrorismo hanno arrestato tre impiegati della Comunità Ahmadiyya: (1) Amir Faheem; (2) Sabah ul Zafar; (3) Zahid Majeed ed hanno confiscato vari computer, portatili, telefoni cellulari, documenti e libri senza rilasciare alcun verbale di confisca. Successivamente, gli ufficiali del dipartimento Anti-terrorismo si sono recati alla tipografia denominata Zia-ul- Islam e sono entrati arrampicandosi sui muri dell’edificio. Hanno messo in manette e arrestato uno degli impiegati della stampa, Idrees Ahmad, aggredendolo. Gli ufficiali de dipartimento Anti-terrorismo si sono impossessati illegalmente inoltre di varie documenti, inchiostro, rullini, gasolio ed altri materiali dalla tipografia, anche in questo caso senza rilasciare alcun verbale di confisca o mandato, dopodiché hanno sigillato la tipografia prima di andarsene. Gli ufficiali del dipartimento Antiterrorismo hanno presentato degli esposti contro i quattro Ahmadi arrestati ed altri cinque membri della comunità. Coloro che sono stati arrestati non hanno alcuna connessione con la rivista Tehreek-e-Jadid ma durante la custodia sono stati torturati gravemente. L’esposto ufficiale afferma che il mensile Tehreek-e-Jadid e il Daily Alfazal sono stati vietati dal Governo Regionale del Punjab e in merito, di seguito, si rammentano i fatti come sono accaduti realmente:

Tehreek-e-Jadid è una rivista mensile pubblicata dagli uffici di Tehreek-e-Jadid, Rabwah, unicamente per l’educazione e formazione (religiosa) della Comunità Ahmadiyya. Così come anche il Daily Alfazal, la cui testata dice chiaramente di essere solo per l’educazione e formazione (religiosa) dei membri della Comunità Ahmadiyya, viene pubblicato da Rabwah. L’anno scorso, su raccomandazione del Consiglio dell’unione degli Ulema, il Ministero degli Interni ed il Governo del Punjab mise un divieto ingiustificato sul mensile Tehreek-e- Jadid e sul Daily Alfazal tramite la notifica SO (IS-III) 6- 15/2010 datata rispettivamente 09 dicembre 2014 e 25 giugno 2014.

Contro questa notifica, gli editori del mensile Tehreek-e- Jadid e del Daily Alfazal presentarono alla Corte Suprema di Lahore le petizioni No. 16660-15 e 16634-15 per cui il 2 giugno 2015 il giudice Ijaz-ul- Hassan concesse la seguente ingiunzione:

“Avviso. Si nota che, fino alla prossima data d’udienza nessuna misura cautelare dev’essere adottata contro il richiedente.”

Al momento la questione è in sospeso con il giudice Ayesha Malik della Corte Suprema di Lahore e non è stato emesso nessun ordine nuovo. Dovuto a ciò, questa incursione illegale rappresenta una completa presa in giro nei confronti dell’ordine della Corte Suprema di Lahore.

La Comunità Ahmadiyya Muslim Jama’at condanna fortemente questa incursione illegale da parte del dipartimento Anti-terrorismo, appoggiata dallo Stato, presso gli uffici nazionali della Comunità dove cittadini innocenti e pacifici sono stati torturati e trattati in maniera illegale e inumana.

Prendere di mira in maniera cosi violenta una comunità rispettosa della legge e patriottica è direttamente in contravvenzione dei diritti fondamentali garantiti a tutti i cittadini dalla Costituzione del Pakistan. Esortiamo le autorità competenti e in particolare il Governo regionale del Punjab, a ritirare immediatamente questi casi ingiustificati e liberare le persone arrestate, prendendo provvedimenti rigorosi contro gli autori di questo incidente.

Esprimiamo il nostro dispiacere che mentre il Piano d’Azione Nazionale espressamente vieta l’esortazione all’odio, viene sbandierato il rancore contro gli Ahmadi in tutto il Pakistan, sia verbalmente che per scritto.

Anziché aderire alle pacifiche decisioni del Piano d’Azione Nazionale, gli Ahmadi vengono presi di mira da parte dello Stato con misure illegali.