Uomini d’Eccellenza: I dediti Compagni del Santo Profeta (sa) – Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah – parte III

Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 17 Gennaio 2020.

Il 17 Gennaio 2020, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea di Baitul Futuh, Londra, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:

Quest’oggi narrerò gli ultimi dettagli in relazione alla vita di Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra).

Dopo il decesso del Santo Profeta (sa), gli Ansar (i migranti) desiderarono che Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) diventasse suo Successore, poiché egli era il leader della loro comunità. Quando Hazrat Abu Bakr (ra) fu eletto come Successore, Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) esitò. Una volta eletto come Successore, Hazrat Abu Bakr (ra) inviò un messaggio a Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) invitandolo ad accettare la Bai’at, che declinò. La sua comunità fece il giuramento di fedeltà, ma egli, Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) si rifiutò. Dopo diverse consultazioni con alcuni consiglieri, Hazrat Abu Bakr (ra) decise di lasciarlo in solitudine. Dopo il decesso di Hazrat Abu Bakr (ra), Hazrat Umar venne eletto come Successore e Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) si rifiutò di accettare la sua Bai’at e migrò verso la Siria.

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha eloquentemente descritto il motivo dell’importanza del giuramento di fedeltà al Khilafat, qual è lo status del Khilafat e qual è il significato delle azioni di Hazrat Sa’d (ra). Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha spiegato che probabilmente Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) considerò di esser stato insultato non essendo stato eletto come Khalifa, non apprezzò che i musulmani dovettero eleggere un Khalifa tramite consenso, e conseguentemente si rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà. Hazrat Umar (ra) narra sul conto di Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra): “Qatal [in Arabo e Urdu vuol dire ‘uccidere’] Sa’d”, che vuol dire anche tagliare i legami con qualcuno. Tuttavia, Hazrat Umar (ra) non lo uccise, né lo fece qualcun altro. Pertanto, un’interpretazione corretta dell’esclamazione ‘Uccidete Sa’d’, è di aggravare i legami con lui e per chiunque di non associarcisi.  Secondo alcune narrazioni, Hazrat Sa’d (ra) rimase vivo anche dopo il Califfato di Hazrat Umar (ra) e nessun Compagno alzò un dito verso di lui.

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha affermato: “Lo status del Khilafat è tale che disconnettersi da esso non rende nessuno degno di qualsiasi onore.” Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha spiegato che Hazrat Khalifatul Masih I (ra) ha esposto che riflettendo sul Sacro Corano, diventa immediatamente chiaro che il primo nemico di questo incidente era Iblis. Allah L’Onnipotente ha reso Adam come Khalifa (Successore) ed il suo nemico era Iblis. Hazrat Khalifatul Masih I (ra) ha poi aggiunto: “Anch’io sono un Khalifa, e chiunque sia mio nemico è una manifestazione di Iblis.”

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha spiegato che il Khalifa potrebbe essere un ‘Mamoor’, (che significa letteralmente ‘comandato’) o non un ‘Mamoor’ rimanendo Khalifa. Ogni profeta è un ‘Mamoor’ oltre ad essere un Khalifa (Vicegerente) di Dio. Il comandamento di mostrare obbedienza al Khalifa, che sia Mamoor o non-Mamoor, è lo stesso. Invero, c’è una chiara distinzione nella ragione per cui una persona dovrebbe mostrare obbedienza ad entrambi; uno dovrebbe mostrare obbedienza ad un profeta perché è il punto focale della rivelazione Divina e della purificazione, ed il Khalifa dovrebbe essere obbedito perché è designato per implementare e propagare la rivelazione portata dai profeti. Tale obbedienza è incondizionata e non può essere abbandonata per uno sbaglio personale del Khalifa. Uno non dovrebbe mai allontanarsi dall’obbedienza che Allah L’Onnipotente ha ordinato come fondamento. Il ruolo del Khalifa è quello di stabilire unità e perciò quest’obbedienza è obbligatoria.

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) ha spiegato che Dio concede ai profeti di commettere errori umani per mostrare la differenza tra Divinità e Profezia. È parte della Via Divina che i Profeti hanno naturali debolezze umane, e Dio non interferisce con ciò. Questi errori umani servono come fonte per l’addestramento morale di una nazione (popolo), per esempio, esiste la Sajda Sahav se qualcuno inavvertitamente commette un errore durante la Salat (preghiera). Quindi, questi sono errori che anche un profeta può commettere. Tutte le azioni dei profeti sono protette da Allah L’Onnipotente. Per i Khulafah, tutte le loro azioni sono sotto la divina protezione che sono connesse con il progresso della comunità. Anche se il Khalifa dovesse mai commettere un errore, Allah L’Onnipotente ne ha reso la rettifica Sua personale responsabilità. In breve, il Khalifa non è responsabile per le proprie azioni in relazione al Nizam (ordine del sistema), piuttosto è una responsabilità di Dio stesso. Pertanto, ciò non vuol significare che il Khalifa non può commettere errori. Ciò che significa è che Allah L’Onnipotente corregge qualsiasi sbaglio tramite la persona del Khalifa. O, alternativamente Allah L’Onnipotente assicura che nessun effetto negativo risulti da qualunque errore compiuto dal Khalifa.

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) spiega che in ogni caso è necessario in qualunque circostanza obbedire al Khalifa perché ciò è necessario per la regolare amministrazione del sistema ‘Siyasat’ [i.e. politica] della Jama’at. Alcune persone potrebbero spaventarsi sentendo le parole “politiche della Jama’at” e potrebbero essere curiose su cosa possa insinuare. Nella terminologia generale, facciamo riferimento a ‘politica’ con una connotazione negativa. In verità, il lessico descrive la parola ‘politica’ per indicare l’esatto funzionamento di un sistema, impiegare ragione quando si realizza qualcosa, assicurarsi che sia in atto un sistema per prevenire il male, usare la ragione e la saggezza per compiere qualcosa e avere la capacità di risolvere le questioni internazionali nel modo corretto. Hazrat Musleh Mau’ud (ra) usa qui la parola ‘politica’ per le sue connotazioni positive. Significa la saggezza, la comprensione, l’intelligenza, l’acume e le capacità necessarie per far funzionare correttamente un sistema.

Hazrat Musleh Mau’ud (ra) inoltre ha affermato: “…uno dei principali attributi dei Khulafah è di mantenere ed implementare l’amministrazione. Per questo è obbligatorio prendere la Bai’at. Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) non prese la Bai’at dai Khulafah, pertanto i Compagni (ra) non mantennero la stessa stima ed onore come fecero in precedenza e non furono contenti di lui. Dunque, affermare che una persona possa mantenere il proprio rango e stato senza compiere la Bai’at alle mani del Khalifa e senza aderire al Nizam dell’Islam è completamente contrario alla storia degli insegnamenti dell’Islam.

Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah morì in Siria, seduto a rispondere al richiamo della natura quando gli Angeli e i Jinn causarono la sua morte e morì subito. La tomba di Hazrat Sa’d (ra) si trova in un villaggio chiamato Munaiha che si trova in un’area a sud di Damasco.

Ora presenterò alcuni dettagli circa due membri deceduti e ne condurrò le preghiere funebri in loro assenza.

Il primo è il rispettabile Syed Muhammad Sarwar Shah Sahib, che era un membro dei Sadr Anjuman Ahmadiyya di Qadian. Morì l’8 gennaio all’età di 85 anni – Certamente ad Allah apparteniamo ed a lui faremo ritorno. Soffriva di cancro ma sopportò con grande forza, pazienza e fermezza fino al momento del suo decesso, continuando a adempiere ai suoi doveri in maniera eccellente. Nel 1995, dopo aver ricevuto la pensione dal suo impiego, dedicò la sua vita al servizio della Jama’at. Nel 1996, Hazrat Khalifatul Masih IV (ra) gli affidò alcune responsabilità dandogli anche il comando. Il defunto ebbe anche la possibilità di compiere la Umrah. Hazrat Khalifatul Masih IV (ra) lo designò come revisore contabile e come commissione individuale. Servì come revisore contabile fino al giorno della sua morte. Ebbe anche l’opportunità di servire come presidente del Consiglio di Qadha per nove anni. Similarmente, ebbe anche l’opportunità di servire come presidente e membro di altri comitati. Ebbe anche l’opportunità di essere un membro dei Sadr Anjuman Ahmadiyya sino al suo decesso. Possedeva grandi doti amministrative. Era regolare nell’offrire le preghiere del Tahajjud. Era sempre puntuale nell’offrire le sue preghiere e le offrì nella Moschea Mubarak. Quando le sue mani ed i suoi piedi s’indebolirono estremamente, otteneva sostegno da altri per andare in moschea. Andava sempre in orario per le preghiere del venerdì e sedeva nelle prima file. Rimaneva in moschea dopo la preghiera del Maghrib sino alla preghiera dell’Isha e impiegava tale tempo nell’offrire Nawafil, supplicando e ricordando Allah L’Onnipotente.

Il secondo funerale è della rispettabile Shaukat Gohar Sahiba che era la moglie del Dr. Latif Quraishi Sahib di Rabwah e figlia di Maulana Abdul Malik Khan Sahib. È passata a miglior vita in Rabwah il 5 gennaio all’età di 77 anni – Certamente, ad Allah apparteniamo e ad Egli faremo ritorno. Con la grazia di Allah, anche lei era una Moosiya. Suo padre era un grande scolaro ed aveva grande passione nel servire la Jama’at sin dalla sua giovane età. Servì in diverse funzioni per più di 50 anni in maniera esemplare. Con la grazia di Allah L’Onnipotente era una donna estremamente pia e altruista nel suo servizio per la Comunità. Una delle sue figlie che vive negli Stati Uniti, scrive, che durante il suo college di Medicina, alcune ragazze tentarono di boicottarla per il fatto che era una musulmana ahmadi. Chiamò sua madre ed iniziò a piangere al telefono, tuttavia, la madre le diede consigli meravigliosi, affermando che non c’era alcuna ragione per piangere, poiché tale era la situazione di tutti i profeti e che in questo modo ebbe l’opportunità di seguire tale pratica. Inoltre, le disse di notare il suo consiglio, che se mai avesse sofferto nel cammino dell’Ahmadiyyat, Dio Onnipotente non l’avrebbe mai lasciata perdere.”

Possa Dio Onnipotente elevare il rango dei deceduti e permettere ai loro figli di seguire le loro orme. Possano essere pii, retti, servitori per la loro fede e possano avere sempre un legame leale con il Khilafat.

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su:
https://www.alislam.org/friday-sermon/2020-01-17.html