Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 16 agosto 2019.

Il 16 agosto 2019, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea Baitul Futuh di Londra, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:

Quest’oggi, riprenderò il resoconto circa la vita dei Compagni Badri.

Il primo compagno che menzionerò è Hazrat Qatadah (ra) bin Nu’man Ansari. Hazrat Qatadah (ra) apparteneva al clan dei Banu Zafar degli Ansar della tribù dei Khazraj. Hazrat Qatadah (ra) ebbe l’opportunità di partecipare nella Bait-e-Aqabah assieme ad altri 70 compagni Ansari. Hazrat Qatadah (ra) era uno degli arcieri scelti dal Santo Profeta (sa). Partecipò nelle battaglie di Badr, Uhud, Khandaq e tutte le altre battaglie al fianco del Santo Profeta (sa).

L’occhio di Hazrat Qatadah (ra) fu colpito da una freccia nell’occasione della battaglia di Uhud, a causa di ciò il suo occhio cadde dalla sua cavità. Andò dal Santo Profeta (sa) e disse, “O Messaggero (sa) di Allah! Il mio occhio è venuto fuori!” Il Santo Profeta (sa) piazzò l’occhio di nuovo nella cavità con la sua mano rimettendolo in sesto e donandogli nuovamente la vista in quell’occhio. Quest’occhio divenne più acuto e più forte rispetto all’altro, persino durante la sua vecchiaia. Secondo un’altra narrazione, il Santo Profeta (sa) mise la propria saliva nell’occhio e come risultato di quest’azione quell’occhio divenne migliore dell’altro. Per questa vera ragione, Hazrat Qatadah (ra) fu più tardi conosciuto con il titolo di Zul-‘Ain, ovvero, il possessore dell’occhio.

Hazrat Qatadah (ra) partecipò al fianco al Santo Profeta (sa) in tutte le battaglie, comprese la battaglia di Khandaq (il fosso). Nell’occasione della conquista di Mecca, la bandiera della tribù dei Banu Zafar era custodita nelle mani di Hazrat Qatadah (ra). Morì all’età di 65 anni, nel 23 AH. Hazrat Umar (ra) guidò le sue preghiere funebri a Medina.

Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha narrato un lungo incidente dove alcuni degli ipocriti tentarono di implicare falsamente un rispettabile musulmano per furto. Hazrat Qatadah (ra) era l’investigatore ufficiale e gli ipocriti lo accusarono di essere stati colpevolizzati impropriamente del furto. Questo sconvolse notevolmente Hazrat Qatadah (ra). Condivise la sua situazione con suo zio, che disse: “Allah è il nostro Aiutante.” Passò solo poco tempo da quando questa conversazione ebbe luogo che furono rivelati i seguenti versetti del Sacro Corano:

[Arabo]

Il Significato, “Certamente, Noi ti abbiamo inviato il Libro che contiene la verità, affinché tu possa giudicare tra gli uomini nel mondo da ciò che Allah ti ha insegnato. E non perorare la causa di coloro che tradiscono la fiducia;” [4:106]

“E non parlare in favore di coloro che sono disonesti verso sé stessi. Sicuramente Allah non ama colui che è perfido e peccatore. Essi tentano di nascondersi agli uomini, ma non possono nascondersi ad Allah. Ed Egli è con loro quando passano la notte complottando su cose che Egli non gradisce. E Allah comprende quello che fanno. Voi siete coloro che li hanno difesi in questa vita. Ma chi li difenderà presso Allah nel Giorno della Risurrezione o chi ne sarà il loro protettore? E chiunque operi il male o faccia torto alla propria anima, e poi chieda perdono ad Allah, troverà che Allah è il Clemente, il Misericordioso.” [4:108-111]

Dio Onnipotente poi afferma:

[Arabo]

“E chiunque commetta un peccato, pecca solamente contro la propria anima. E Allah è l’Onnisciente, il Saggio. E chiunque commetta un errore o un peccato e poi ne addossi la colpa a un innocente, certamente si grava del peso di una calunnia e di un peccato manifesto.” [4:112-113]

“E se non fosse stato per la grazia che Allah ti ha concesso e per la Sua misericordia, un gruppo di loro avrebbe deciso di farti deviare ma Egli frustrò i loro piani. Non fanno che deviare sé stessi e non ti possono fare alcun danno. E Allah ti ha inviato il Libro e sapienza e ti ha insegnato ciò che non sapevi e grande è la grazia di Allah su di te. Nulla vi è di buono nei loro conciliaboli, tranne quando parlano di spendere per carità o di fare opere buone o di fare opera di riconciliazione tra gli uomini. E a chiunque lo faccia, cercando il piacere di Allah, Noi gli daremo presto una grande ricompensa.” [4:114-115]

Il risultato di ciò fu che la gente di Banu Ubairak ammise il proprio furto. Riportarono le armi al Santo Profeta (sa), che le ha poi restituite a Rifaha’, che era il legittimo proprietario. Quando questi versetti del Corano furono rivelati, Bushair, uno dei fratelli di cui c’era dubbio che fosse un ipocrita, andò a unirsi agli idolatri e rimase con Sulafah bint Sa’ad. A quel tempo, Dio Onnipotente rivelò i seguenti versetti:

[Arabo]

“E chi si oppone al Messaggero, dopo che gli è stata manifestata la retta via, e prende una via diversa da quella dei credenti, Noi gli lasceremo seguire la via per cui s’è messo e lo cacceremo all’Inferno, che è davvero una pessima destinazione.” [4:116]

Quando Bushair lasciò l’Islam e andò per vivere con Sulafah, che era un idolatra, e che più tardi lo cacciò dal suo posto, ciò fu un chiaro risultato della fine che fanno un ipocrita ed una idolatra.

Hazrat Abu Saeed Khudri racconta che una volta Abu Qatadah spese l’intera notte recitando la Surah Al-Ikhlas. Quando il Santo Profeta (sa) fu informato di ciò, disse (sa): “Giuro su Colui le Cui mani sono la mia vita, la Surah Al-Ikhlas è equa alla metà o ad un terzo dell’intero Corano”. Poiché si riferisce all’Unità di Dio, che è in realtà la base degli insegnamenti che si trovano nel Corano.

Abu Salamah racconta che Hazrat Abu Hurairah (ra) narrò un hadith del Santo Profeta (sa) in cui una volta disse: “Durante il venerdì c’è un momento, in cui, se un musulmano è impegnato nella preghiera e cerca i favori di Dio Onnipotente, allora Dio gli concederà tutto ciò che di lecito chiede”. Hazrat Abu Hurairah ha quindi segnalato con le sue mani che il tempo, di cui sopra indicato, è molto breve. Esponendo ciò, Hazrat Musleh Maud (ra) afferma nel suo Tafsir [esegesi del Sacro Corano]: “…E mentre questa è una grande generosità, tuttavia non è facilmente raggiungibile. La durata della preghiera del venerdì inizia circa poco prima del secondo Adhan [chiamata alla preghiera] e termina con il Salaam [il completamento] della preghiera. Anche nel caso in cui il sermone sia breve, la durata totale della preghiera del venerdì è di quasi 30 minuti e se il sermone è un po’ più lungo, la durata totale può essere di circa 1 – 1,5 ore. Durante questa 1 o 1 ora e mezzo, arriva un momento particolare in cui viene risposta qualunque cosa il supplicante stai richiedendo. Tuttavia, non si può determinare se l’accettazione della preghiera è nel primo, secondo o terzo minuto del sermone. In effetti, non si può nemmeno determinare un solo minuto degli interi 90 minuti del sermone su quali di essi fosse quello per l’accettazione della preghiera.

Quindi, una persona dovrebbe cercare negli interi 90 minuti, in altre parole, una persona dovrebbe pregare continuamente per l’intera durata dei 90 minuti del sermone affinché possa succedere nell’ottenere quel momento in cui le proprie supplicazioni vengono accolte. Tuttavia, pregare per 90 minuti e rimanere concentrati è invero un’opera molto ardua.”

Pertanto, se si menziona un momento particolare [per l’accettazione della preghiera], è tuttavia necessario uno sforzo continuo e concertato. Per raggiungere questo obbiettivo è doveroso impegnarsi molto. Non è così semplice che uno preghi e in quel preciso istante la sua preghiera venga immediatamente accettata. In effetti, non si ha piena conoscenza di questo momento. Dunque, è fondamentale rimanere continuamente impegnati nella preghiera durante questo periodo, senza distogliere la propria attenzione. Proprio come Hazrat Musleh Maud (ra) ha menzionato, che ciò non è un compito semplice. Per raggiungere le benedizioni della Preghiera del venerdì, è essenziale compiere grandi sforzi.

Il prossimo compagno che menzionerò è Abdullah (ra) bin Mazoon. Abdullah (ra) bin Mazoon apparteneva alla tribù dei Banu Jumaa dei Quraish. Sua madre era Sukhaila bint Anbas. Yazid bin Roman narra che Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon e Hazrat Qudamah (ra) bin Mazoon accettarono l’Islam prima che il Santo Profeta (sa) si recasse a Dar-e-Arqam per predicare il messaggio dell’Islam da quel luogo. Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon e i suoi tre fratelli erano parte della delegazione che migrò in Abissinia. Quando vennero a conoscenza del fatto che i Quraish accettarono l’Islam, tutti loro ritornarono indietro. Ho già espresso narrazioni inerenti alle migrazioni verso l’Abissinia in occasioni precedenti. È stato menzionato che quando le persecuzioni nei confronti dei musulmani superarono ogni limite, il Santo Profeta (sa) diede istruzioni ai musulmani di migrare verso l’Abissinia ed affermò che il loro re era giusto ed un uomo leale, e che nessuno viene trattato ingiustamente sotto il suo comando. In quei giorni, vi era un governo cristiano molto forte in Abissinia e Najashi [Negus] ne era il re. In ogni caso, durante Rajab 5 Nabwi, su istruzione del Santo Profeta (sa), 11 uomini e 4 donne emigrarono verso l’Abissinia. Fu una grande fortuna quando lasciarono la Mecca e si diressero a sud, arrivando a Shuai’ba, che all’epoca era un enorme porto dell’Arabia e Dio Onnipotente li benedisse in modo tale da fornirgli una nave commerciale pronta a partire per l’Abissinia. Successivamente, salirono pacificamente a bordo della nave e partirono da lì. Dopo essere arrivati in Abissinia, i musulmani godettero di una vita di pace e sicurezza e ricevettero tregua dal tormento per mano dei Quraish. Tuttavia, poco dopo si propagò una voce che raggiunse anche loro affermando che tutti i Quraish avevano accettato l’Islam e che alla Mecca c’era una pace totale per i musulmani. Successivamente, molti di coloro che emigrarono in Abissinia tornarono immediatamente. Quando furono vicini alla Mecca, appresero che questa notizia era falsa ed era in realtà uno stratagemma covato dai miscredenti per riportare i musulmani dall’Abissinia. In quel momento dovettero affrontare una situazione molto difficile; alcuni tornarono in Abissinia e altri cercarono protezione da alcuni degli uomini influenti della Mecca. Ciò nonostante, questa protezione non durò a lungo e la persecuzione da parte dei Quraish continuò senza sosta e non vi era più alcun posto di pace o sicurezza per i musulmani alla Mecca. Il Santo Profeta (sa) di nuovo istruì i suoi compagni a migrare e discretamente iniziarono a prepararsi e migrarono dalla Mecca. Alla fine, il numero totale di musulmani che erano migrati in Abissinia era di 100, di cui 18 erano donne e il resto erano uomini. Così, questo fu il modo in cui avvenne la seconda migrazione di Abissinia.

Ad , si afferma che Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon tornò dopo la prima migrazione, ma non si sa se abbia preso parte alla seconda migrazione in Abissinia, è però comunque migrato a Medina. Dopo la sua migrazione a Medina, il Santo Profeta (sa) stabilì un legame di fratellanza tra Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon e Hazrat Sahl (ra) bin Ubaidullah Ansari. Insieme a tutti e tre i suoi fratelli, Hazrat Uthman (ra) bin Mazoon e Hazrat Saib (ra) bin Mazzon, Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon prese parte alla Battaglia di Badr al fianco del Santo Profeta (sa). Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon prese parte a tutte le battaglie del Santo Profeta (sa), tra cui la battaglia di Badr, Uhud e Khandaq. Hazrat Abdullah (ra) bin Mazoon morì nel 30AH durante il Califfato di Hazrat Uthman (ra) all’età di 60 anni.

Possa Dio Onnipotente continuare ad elevare lo stato dei Compagni (ra).

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-08-16.html