Uomini d’Eccellenza: I dediti Compagni del Santo Profeta (sa) – parte IX
Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 20 Dicembre 2019.

Il 20 Dicembre 2019, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla moschea Mubarak di Islamabad, Tilford, Regno Unito.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:

Nel sermone precedente ho narrato alcuni incidenti sulla vita di Hazrat ‘Utbah bin Ghazwan (ra). Quest’oggi proseguirò nel descriverne ulteriormente i dettagli.

Nel 2 AH, il Santo Profeta (sa) inviò una spedizione investigativa a Nakhlah sotto la guida di Hazrat ‘Abdullah bin Jahsh (ra). Hazrat ‘Utbah (ra) faceva anch’egli parte della spedizione. Menzionerò alcuni dettagli a riguardo:

Il Santo Profeta (sa) inviò un gruppo di otto compagni tutti emigranti da clan differenti e diede al loro leader una lettera sigillata da aprire e leggere per ricevere maggiori informazioni dopo aver viaggiato per due giorni. Quando viaggiarono per una distanza di due giorni da Medina, ‘Abdullah (ra) aprì la lettera con le istruzioni del Santo Profeta (sa) in cui ordinava al partito di raccogliere informazioni sui Quraish e di ritornare con un rapporto. A qualsiasi compagno non desideroso di progredire con la missione venne data l’opportunità di ritornare a Medina senza riservazioni. Quando ciò fu domandato, tutti i compagni furono felici di poter prendere parte nella missione e procedettero per Nakhlah. Sa’d bin Abi Waqqas (ra) and ‘Utbah bin Ghazwan (ra) persero i loro cammelli nel tragitto, e si separarono dai loro compagni, lasciando il gruppo ad un rimanente numero di sei persone. Arrivati a Nakhlah iniziarono a mettersi al lavoro, vale a dire che incominciarono a cercare informazioni e ad investigare sui futuri movimenti e le intenzioni degli ipocriti di Mecca, per scoprire se stessero pianificato un attacco contro i musulmani. Lavorarono in segreto, finché ad un certo punto vennero avvistati da un partito dei Quraish, che li riconobbe. Furono molto vicini ai sobborghi del Haram (piazzale centrale della Ka’aba), la cui santità era inappellabile, e se non fosse stato per il fatto che i Quraish stettero operando nei dintorni, avrebbero certamente raggiunto il Haram il giorno seguente. Dunque, una volta scoperti, i musulmani lanciarono un attacco, che risultò con l’uccisione di uno degli ipocriti e la cattura di altri due. Tuttavia, il quarto individuo riuscì a fuggire. Più tardi ‘Abdullah bin Jahsh (ra) ed i suoi compagni tornarono immediatamente a Medina con il bottino per evitare ulteriori aggravamenti. Quando il Santo Profeta (sa) venne a sapere che i Compagni attaccarono una carovana, fu estremamente dispiaciuto. Difatti, si narra che quando i Compagni si presentarono dal Santo Profeta (sa) e gli raccontarono l’intera vicenda, il Santo Profeta (sa) fu estremamente dispiaciuto e si rifiutò di accettare il bottino. Di conseguenza, ‘Abdullah (ra) ed i suoi compagni caddero in uno stato di estremo rimorso e vergogna. D’altra parte, i Quraish piansero e sollevarono un enorme clamore, poiché i musulmani violarono la santità del mese sacro ed iniziarono a preparare un attacco contro Medina con maggiore zelo e tumulto. Il Santo Profeta (sa) rilasciò entrambi i prigionieri per un riscatto.

Hazrat Utbah bin Ghazwan (ra) ebbe l’onore di partecipare al fianco del Santo Profeta (sa) nella Battaglia di Badr ed in tutte le battaglie che vennero a seguire. Hazrat Utbah bin Ghazwan (ra) era tra quegli arcieri eccelsi del Santo Profeta (sa). Hazrat Utbah (ra) morì all’età di 57 anni. Era un uomo alto e bello.

Il prossimo compagno che menzionerò è Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah. Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah apparteneva alla tribù dei Banu Saidah, che era un ramo degli Ansar della tribù dei Khazraj. Il nome di suo padre era Ubadah bin Zulaim. Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah era il leader della sua gente ed era estremamente generoso. Partecipò in tutte le battaglie e fu il porta bandiera degli Ansar. Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah era un uomo d’onore con la sua gente a Medina e fu scelto da essi stessi per il suo comando. Durante l’epoca dell’ignoranza, prima dell’avvento dell’Islam, Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah sapeva come scrivere in arabo, nonostante ci fossero davvero poche persone che potessero farlo all’epoca.  Era anche molto abile nel nuoto e nel tiro con l’arco. Chiunque possedesse queste qualità era infatti conosciuto come “Kamil”. Hazrat Sa’d (ra) bin Ubadah accettò l’Islam durante il secondo giuramento di Aqabah.

Il Secondo Giuramento di Aqabah ebbe luogo, quando circa 70 persone chiesero un incontro in privato con il Santo Profeta (sa) per ragioni di sicurezza. L’ora dell’incontro fu fissata nei giorni di mezzo del mese di Dhul, nel mezzo della notte. Per la loro sicurezza, il Santo Profeta (sa) ordinò agli Ansar di arrivare in coppie piuttosto che in gruppi senza svegliare coloro che stessero dormendo e senz’attendere coloro che fossero assenti. Pertanto, quando la data stabilita arrivò, durante la notte, quando circa un terzo della notte passò, il Santo Profeta (sa) lasciò la sua casa. Prese con sé suo zio ‘Abbas, che era ancora un idolatro, ma amava il Santo Profeta (sa) ed era anche capo della dinastia dei Hashim. Al gruppo che si radunò, il Santo Profeta (sa) recitò alcuni versi del Sacro Corano, descrisse alcuni degli insegnamenti dell’Islam in un breve discorso e prese il loro giuramento di fedeltà. Questo evento è conosciuto come ‘La Seconda Bai’at di Aqabah’. Il Santo Profeta (sa) designò dodici leader per questo partito. Un membro dei Quraish, che si nascose ascoltando tutto ciò, fece delle osservazioni disprezzanti sul Santo Profeta (sa). Questa voce fece sussultare tutti tranne il Santo Profeta (sa) che rimase completamente calmo e consigliò ai musulmani di andarsene sempre in coppie. I Quraish seguirono il gruppo di Sa’d bin Ubadah (ra) catturandolo, dopo averlo aggredito nelle strade pietrose della Mecca. Lo trascinarono a destra e a sinistra tenendolo per i capelli del suo capo. Alla fine, Jabir bin Mut’im e Harith bin Harb che conobbero Sa’d, ricevettero notizie di ciò e riuscirono a salvarlo dalla crudeltà dei Quraish.

Ci sono ulteriori incidenti in relazione alla vita di Hazrat Sa’d bin Ubadah (ra) che narrerò nei prossimi sermoni, Dio volendo.  

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-12-20.html