Uomini d’Eccellenza: I Dediti Compagni del Santo Profeta (sa) – parte XV

Uomini d’Eccellenza: I Dediti Compagni del Santo Profeta (sa) – parte XV

Traduzione dell’Estratto del Sermone del venerdì da Hazrat Khalifatul Masih V (Che Allah lo abbia in gloria e lo benedica) del 18 Ottobre 2019.

Il 18 Ottobre 2019, Hazrat Khalifatul Masih V (che Allah lo aiuti) ha pronunciato il Sermone del venerdì dalla città di Giessen, Germania.

Dopo aver recitato il Tashahhud, Ta’awwuz e la Surah Al-Fatihah, Hazrat Khalifatul Masih V (aba) ha così espresso:

“Quest’oggi, riprenderò la serie di racconti circa le vite dei Compagni Badri del Santo Profeta (sa) citate nell’ultimo sermone del 20 Settembre. In questo sermone ho menzionato l’incidente del martirio di Hazrat Khubaib (ra) bin Adi. All’epoca del suo martirio, domandò ad Allah l’Onnipotente di convenire il suo salaam

al Santo Profeta (sa), poiché non vi era alcun’altro a cui potesse chiederlo, e di fatto Allah l’Onnipotente convenne il suo salaam al Santo Profeta (sa). All’epoca, il Santo Profeta (sa) era seduto con i suoi Compagni (ra), e replicò con “wa’laikum as-salaam” ed informò i Compagni (ra) del suo martirio.

Il Santo Profeta (sa) condannò l’autore di questo atto atroce, Abu Sufyan, che era il responsabile di questa uccisione. Hazrat Amr Bin Umayyah e Hazrat Jabbar (ra) bin Sakhr Ansari furono inviati per questa missione. Si recarono a Mecca, compirono il circuito intorno alla Ka’aba e si misero in cerca di Abu Sufyan. Lì, furono riconosciuti da un Meccano, per cui dovettero ucciderlo per difesa propria. Più tardi, durante la notte, ritornarono a Medina, e lungo il cammino incrociarono un gruppo che face da guardia al corpo di Hazrat Khubaib (ra) bin Adi. Quando Hazrat Jabbar (ra) raggiunse la tavola di legno su cui Hazrat Khubaib (ra) era sospeso, lo raccolse in fretta e fuggì. Hazrat Jabbar (ra) gettò la tavola di legno in un ruscello nelle vicinanze. La corrente dell’acqua sciacquò via il corpo e i Meccani non furono in grado di rimpossessarsene per i loro scopi villani. Pertanto, Dio protette il suo corpo benedetto.

Durante la prigionia precedente al suo martirio, Hazrat Khubaib (ra) mostrò di essere un musulmano modello. Questo racconto è narrato da Ma’wiyah, che era la schiava liberata da Hujair bin Abu Ayhab, a Mecca, mentre Khubaib (ra) era imprigionato nella sua casa per esser ucciso non appena fossero passati i mesi sacri. Ma’wiyah narra che non aveva mai visto nessuno migliore di Hazrat Khubaib (ra). Lo vide mangiare un grosso grappolo d’uva quando non vi era alcuna uva disponibile a Mecca. Hazrat Khubaib (ra) chiese a Ma’wiyah di non dargli alcuna carne da mangiare che fosse stata macellata nel nome degli idoli. Ma’wiyah narra che quando l’ora per la sua esecuzione fu stabilita, allo scadere dei mesi sacri, Hazrat Khubaib (ra) non diede alcuna importanza al fatto di dover essere ucciso. Una volta lo vide con un rasoio affilato in mano nelle vicinanze di suo figlio, preoccupandosi che Hazrat Khubaib (ra) potesse uccidere suo figlio per vendetta. Al che, Hazrat Khubaib (ra) replicò, “Io non sono così e non potrei mai ucciderlo. Noi non consideriamo il tradimento lecito nella nostra religione.”

Più tardi, Hazrat Khubaib (ra) fu ammanettato in catene e portato a Tanim, a tre miglia da Mecca nella strada per Medina. Bambini, donne, schiavi e molte altre persone si radunarono per osservare l’esecuzione di Khubaib (ra). Alcune persone si trovarono lì per cercare vendetta per i loro anziani uccisi in battaglia. Altri fra i presenti erano nemici dell’Islam e desideravano assistere alla sua esecuzione per trarne gioia. Gli idolatri portarono Khubaib (ra) vicino ad un pezzo di legno scavato nel terreno per legarlo ad esso prima di ucciderlo. Hazrat Khubaib (ra) chiese il permesso per offrire due unità [raka’at] di preghiera. Dopodiché fu martirizzato. Al momento del suo martirio, le sue ultime parole furono: “Quando verrò martirizzato per la causa dell’Islam come musulmano, non mi importerà su quale fianco cadrò dopo esser stato ucciso, poiché tutto ciò è per l’amore di Dio…” Tale era il suo livello di amore e devozione. Prima di esser martirizzato, il suo unico desiderio espresso fu di offrire Nawafil [preghiera volontaria] davanti al Suo Signore. Desiderò anche che i suoi saluti di pace [Salaam] raggiungessero il Santo Profeta (sa) e Dio Onnipotente adempì anche al suo desiderio.

Il prossimo compagno che menzionerò è Hazrat ‘Abdullah bin ‘Abdullah bin Ubayy bin Salool (ra). Hazrat Abdullah (ra) era dei Banu ‘Auf, un ramo degli Ansar della tribù dei Khazraj. Era il figlio di uno dei capi degli Ipocriti, Abdullah bin Ubayy bin Salool. Era una persona molto sincera, leale, ed un devoto compagno del Santo Profeta (sa). Combatté al fianco del Santo Profeta (sa) durante il periodo di Badr, Uhud e tutte le altre battaglie. Era in grado di leggere e scrivere ed ebbe l’onore di essere uno degli scribi del Sacro Corano.

Abu Sufyan sfidò i musulmani durante la Battaglia di Uhud, in cui disse che l’anno seguente si sarebbero scontrati un’altra volta nella località di Badr, ed il Santo Profeta (sa) annunciò di aver accettato la sua sfida. Quindi, un anno dopo, nel 4 A.H. al termine del mese di Shawwal, il Santo Profeta (sa) partì da Medina con un esercito di 1500 Compagni e designò ‘Abdullah bin ‘Abdullah bin Ubayy (ra) come Amir durante la sua assenza. Abu Sufyan partì da Mecca con i suoi 2000 soldati. Tuttavia, la potenza di Dio era tale che i musulmani raggiunsero Badr secondo la Sua promessa, ma l’esercito di Quraish uscì solo fino ad una certa distanza e poi si ritirò a Mecca. L’armata musulmana rimase a Badr per otto giorni, e generò profitti impegnandosi nel commercio in un carnevale nelle vicinanze. Quando il carnevale finì, e l’esercito di Quraish non arrivò, il Santo Profeta (sa) dunque ripartì da Badr e ritornò a Medina. I Quraish tornarono a Mecca ed iniziarono a prepararsi per un attacco contro Medina. Questa Ghazwah [Incursione] è conosciuta come la Ghazwah di Badrul-Mau’id. Hazrat Abdullah (ra) fu martirizzato nel 12 AH nella Battaglia di Yamamah, durante l’era di Hazrat Abu Bakr (ra).  

Il padre di Hazrat Abdullah (ra), Abdullah bin Ubayy bin Salool era il capo degli ipocriti. Sperava di esser scelto come leader di Medina, ma in seguito alla migrazione a Medina, fu il Santo Profeta (sa) ad esser designato come tale. Ciò rattristì Abdullah bin Ubayy bin Salool. Egli risentì il profeta di Dio, ma quanto Dio Onnipotente garantì la vittoria su Badr al Santo Profeta (sa), Abdullah bin Ubayy bin Salool diventò musulmano. Tuttavia, la sua accettazione dell’Islam era solamene dovuta alla sua paura dell’aver realizzato che i musulmani vinsero la Battaglia di Badr. La sua ipocrisia divenne chiara durante la battaglia di Uhud. Quando l’armata musulmana di mille uomini e giovani partì per affrontare una ben più ampia armata Meccana. A metà strada, Abdullah bin Ubayy bin Salool (ra), tornò indietro con i suoi 300 alleati, dicendo che quella non era una guerra, ma un viaggio verso la morte! Ciò lasciò i rimanenti 700 musulmani contro i 3000 guerrieri di Quraish. Ne racconterò meglio i dettagli nel prossimo sermone, Insh’Allah.

Ora citerò alcuni dettagli circa un membro deceduto, il rispettabile Khwaja Rashid-ul-din Qamar Sahib, figlio di Maulana Qamar-ul-Din Sahib, e guiderò anche le sue preghiere funebri in assenza. Khwaja Rashid-ul-din Qamar Sahib è morto all’età di 86 anni, il 10 di Ottobre scorso, dopo aver sofferto da una malattia – Inna Lillah wa Inna Ilaihi Rajioon – Certamente ad Allah apparteniamo e ad Egli faremo ritorno. Era un individuo pio e gentile con molti attributi elevati ed ebbe una straordinaria relazione di fedeltà con il Khilafat. Durante gli ultimi giorni della sua malattia, venne anche a visitarmi qualche giorno prima della sua partenza. Gli è stato diagnosticato un cancro ed ha subito trattamenti estenuanti con grande pazienza e fermezza. Possa Dio L’Onnipotente concedergli il Suo perdono e la sua misericordia e concedergli la compagnia dei suoi amati e inoltre permettere ai suoi figli e la sua futura progenie di progredire le sue buone azioni.

Nota: Il riassunto non vuole sostituire il sermone del venerdì di Hazrat Khalifatul Masih V (aa). Ne considera solo alcuni punti. Consigliamo dunque di prendervi il tempo necessario per ascoltare il Sermone del venerdì per beneficiare pienamente della guida illuminata di Hazoor Anwar (aa).

Alislam.it si assume la piena responsabilità per eventuali errori o problemi di comunicazione e la qualità della traduzione italiana di questa sinossi del sermone del venerdì. La versione originale in inglese è disponibile su: https://www.alislam.org/friday-sermon/2019-10-18.html